Respirare bene per vivere meglio
L’importanza del respiro nella quotidianità e nel Rebirthing
La vita comincia con il primo respiro e si conclude con l’ultimo; se non si respira per alcuni minuti, la morte è certa. Poiché il respiro costituisce il ponte di collegamento con la vita, è la cosa più preziosa dell’Universo. La saggezza orientale insegna che il respiro è “Prana”, energia vitale, forza dello spirito. Nell’antica lingua latina, la medesima radice “Spirare/Spiritus” sta ad indicare sia l’anima che il respiro, e la creazione stessa dell’uomo, nella storia biblica, avvenne grazie al respiro che Dio alitò nel fango. Grazie al respiro l’individuo separato si unisce alla Coscienza Universale e si sente parte di un Tutto Unico. Ho voluto sottolineare i molteplici aspetti del respiro perché spesso lo consideriamo un processo scontato, senza riflettere su quanto esso sia importante per vivere bene. Respirare è un atto spontaneo che consente di rimanere in vita e può diventare la nostra prima medicina, tra l’altro gratuita. Sappiamo tutti che la respirazione fornisce alle nostre cellule l’ossigeno necessario a svolgere i processi vitali, ma non tutti sanno che solo con la giusta quantità d’ossigeno la cellula è in grado di produrre il Trifosfato di Adenosina (A.T.P.), che fornisce energia all’organismo. Non si deve poi trascurare il ruolo svolto dalla respirazione come strumento di eliminazione delle scorie depositate nei tessuti. Forse sorprenderà sapere che solo il 3% delle scorie vengono eliminate tramite la defecazione e il 7% attraverso l’urina; mediante la pelle passa un altro 20%, mentre il restante 70% deve essere eliminato con la respirazione. Tali scoperte sulla respirazione cellulare risalgono al 1931 e valsero il premio Nobel allo scienziato che effettuò la ricerca, Otto Warburg. Se lo scambio ossigeno/anidride carbonica non funziona in maniera corretta, l’intero organismo ne soffre, i meccanismi corporei si inceppano e danno spazio alle malattie, tra cui quella che si usa chiamare “invecchiamento”, con tutti i sintomi che l’accompagnano. Insonnia, ansia, attacchi di panico, affaticamento cronico, hanno origine in una cattiva respirazione. La maggior parte delle persone, senza rendersene conto, non respira: per gran parte del tempo trattiene il fiato, prima di lasciarsi andare ad una lunga espirazione che precede brevi inspirazioni affannose.
Se poi ci si trova in una situazione di turbolenza emotiva, si arriva alla completa inibizione del respiro. Inibire la respirazione quando siamo in balia di uno stato d’animo negativo è una reazione automatica, quasi una lieve anestesia, che riemerge dalla nostra memoria cellulare impressa al momento della nascita, quando il respiro si manifestò come risposta a un’aggressione. Il neonato infatti, separato improvvisamente dal cordone ombelicale, viene brutalmente privato dell’ossigeno e tutto il suo sistema di allarme spinge l’organismo a respirare. L’aria, invadendo i polmoni produce come una scottatura ma il bambino, per sfuggire alla morte, deve continuare a respirare: per lui respirare non è altro che un orribile espediente per sopravvivere. Secondo quanto afferma Leonard Orr, padre fondatore del Rebirthing, si stabilisce così il primo riflesso condizionato che assocerà per sempre la respirazione all’angoscia. Per evitare ciò basterebbe consentire una doppia respirazione di alcuni minuti, per dare al neonato il tempo di reggere la respirazione polmonare, evitando il trauma. L’esperienza del Rebirthing ha dimostrato che solo il respiro profondo ci permette di integrare, ossia guarire, le sensazioni che stiamo provando.
Per vivere liberi da emozioni negative è necessario respirare liberamente, non soltanto con le spalle e il petto, ma con il ventre, con i fianchi e con la schiena. È quindi fondamentale imparare a regolare il respiro per ottenere un reale benessere psicofisico; respirando in modo corretto riusciremo a entrare in contatto con noi stessi, con i nostri bisogni nascosti e le nostre emozioni più profonde. Senza dubbio il Rebirthing è un eccellente metodo per rieducare il respiro, permette a chi la pratica di ossigenarsi e nutrirsi a livello fisico e spirituale. Con il respiro circolare è possibile rivivere il trauma della nascita e guarire dal dolore provato nei primi atti respiratori, liberando la memoria cellulare da un ricordo che, per la sua carica emotiva, condiziona negativamente la nostra respirazione. Per giungere a una vera guarigione è necessario praticare il Rebirthing tutti i giorni, per un periodo che varia da persona a persona, dopo aver imparato la tecnica con un Rebirther, il quale vi aiuterà a rivivere e guarire il trauma della nascita. Oltre ai benefici che si otterranno a tutti i livelli, avremo messo in moto un meccanismo di autoguarigione che ci stupirà quando meno ce lo aspettiamo, se restiamo liberi dalle aspettative: sarà il soffio vitale del respiro che deciderà come e quando fare il miracolo della guarigione.
Fabiola Dessì