Gravidanza, travaglio e parto consapevole
Da tempo mi interrogavo sul perché fossi approdata, e soprattutto soffermata in modo quasi esclusivo, sulla tecnica del Rebirthing, senza mai avere una forte e chiara risposta, fino al giorno in cui mi ritrovai a dover scegliere tra due libri: uno di questi era “Lotus Birth: il parto integrale nati con… la placenta”. La scelta non fu proprio consapevole. Infatti acquistai il libro e poi mi chiesi il perché… iniziai a leggerlo e dopo qualche pagina lo abbandonai. Mi suscitava delle emozioni molto forti e non riuscivo ad integrarle e fu più facile scappare. Ma da lì a due mesi una gravidanza, evitata per tutta una vita, arrivò a sconvolgermi l’esistenza e fu il momento in cui capii che il Rebirthing mi aveva preparata ad accettare e ad accogliere questo bimbo, e il Lotus Birth a superare uno dei traumi, evidentemente, più significativi della mia nascita: il taglio del cordone ombelicale. Superati i primi mesi di gravidanza, spesi a accettare completamente questa nuova realtà, capii che era arrivato il momento di mettere in pratica tutto ciò che avevo imparato sulla nascita consapevole e far in modo che non rimanesse solo pura teoria: decisi dunque di occuparmi della mia gravidanza e del modo in cui avrei voluto gestire il parto e il puerperio. Per prima cosa ripresi in mano il libro sul Lotus e, man a mano che andavo avanti, le emozioni non si fecero attendere: desideravo il Lotus per mia figlia, ma i blocchi erano tanti. Il primo era legato a quel pezzo di carne, “la placenta”, pieno di sangue, che avrei dovuto trattare: mi impressionava il fatto che avrebbe avuto un cattivo odore, che mio marito non sarebbe stato d’accordo con questa scelta e così pure i miei parenti; mi preoccupava l’eventuale inadeguatezza dell’ostetrica, scelta per il parto in casa, nel trattare la placenta attaccata al cordone; mi metteva in apprensione il pensiero legato al prendermi cura della bambina che immaginavo già difficile di per sé, figuriamoci con una placenta attaccata; e infine mi chiedevo se veramente non fosse stato pericoloso per la mia bambina, come prospettatomi da un pediatra a cui chiesi parere, aspettare che il cordone cadesse da solo.